Tutto è ormai dietro le spalle ed il viaggio è finito.

Si dissolvono nello specchietto retrovisore i sogni ed i preparativi di un anno, le fatiche compiute, le meraviglie che abbiamo visto, la fraterna accoglienza che abbiamo ricevuto. Grazie Mongolia, l'anno venturo torneremo qui per iniziare un nuovo tratto di strada (a sud verso la Cina o verso il nord e la Siberia?) del nostro strampalato giro del mondo. 

Ulan Bator finalmente!

Dal suo scranno Gengis Khan ci guarda e ridacchia... è da un po' che vi aspettavo!

Ultimi giorni.

Luoghi sacri, ancora pascoli e poi Erdene Zuu il più antico monastero buddista in Mongolia.

Strade (??) e ...cadute.

Incontri per strada.

Ci immergiamo nel lungo viaggio, attraversando, quasi in sequenze infinite, cieli, praterie, monti e panorami incantevoli.

Ed ora dove andate?

Ciao bimbo andiamo ad est, dobbiamo attraversare più di mezza Mongolia.

Incredibile ma vero la riparazione riesce; seguono festeggiamenti e foto di gruppo.

Nella gher di Tokmuk si attende il camion. Poi si parte per  portare la Vecchia Bastarda in cima al passo, per tentare la riparazione.

All'alba il cielo non promette nulla di buono, poi il sole inizia a sgomitare, ricacciando le nuvole e spargendo ovunque nitidezza e fiducia. I bambini giocano allegri con la capretta e, timida, rinasce la speranza che al buio stentava. Riusciremo a riparare la moto?