giovedì 6 ottobre 2022

Epilogo.

Stanchezza, malinconia, voglia di rivedere i tuoi cari, dispiacere per la fine di  queste due splendide settimane da nomadi.
Il taxi ci porta spedito in aeroporto e noi, lì dentro, stretti tra i borsoni ripieni di tute, caschi e chissacazzocosa, ci abbandoniamo a tutti questi pensieri.
Casa dista più di 6mila km  ma,  tutto sommato, ci si è arrivati in scioltezza e, se ci pensi, con altre due settimane saresti in Cina. 
Ma il nostro prossimo anno prevede altro; vogliamo tornare in Iran, dopo i due bellissimi viaggi del 2010 e 2014.
Il programma l'abbiamo di massima già fatto negli ultimi giorni quando, ridotto a pochi step il nostro 2022, abbiamo cercato di compensare il fine corsa, caricando di tappe il 2023: una settimana gironzolando in Armenia e poi giù verso sud, nel tribolato imbuto che ci porta alla frontiera iraniana, per arrivare in poco tempo a Tabriz, al suo bazar sotterraneo ed agli eleganti quartieri.
 Ma ora il sangue ricopre, urlante, quelle strade che già anni fa vedevano sfinimento, rabbia, voglia di cambiare, di essere semplicemente se stessi.

mercoledì 28 settembre 2022

martedì 27 settembre 2022




 

 








Ultimo giorno

L'ultimo giorno è sempre una rincorsa. 
Alle mille cose che ancora restano da organizzare e che, ne sei sicuro, non si combineranno mai. 
Alle sensazioni ed emozioni che hai incamerato in queste due settimane sempre protesi in avanti, che di strade e di posti ne restavano ancora troppi. 
Ti guardi dentro e ti chiedi se era questo che volevi e che vorresti ancora.
Ci si sveglia abbastanza presto, che non si può non andare a  Khor Virap, a vedere di nuovo e da vicino l'Ararat.
Questa volta dal versante armeno e mentre lo guardi, offuscato dal notevole smog che avvolge il tutto, sai che ci hai messo cinque giorni per aggirarlo, tra Turchia, Georgia ed Armenia.
Da questo versante il profilo è più aguzzo; resta invece immutato il suo fascinoso e misterioso ergersi dal nulla, svettando poi solitario ed imponente.
Il monastero sottostante è l'ennesimo magico luogo che possiamo assaporare, sintesi quasi perfetta della regione che abbiamo attraversato: quella caucasica, complicato miscuglio di religioni, lingue e popolazioni. Un crocevia che ha visto e vede anche oggi grandi scontri (ce lo ricorda la vicina tomba di un soldato armeno caduto da poco) ma pure inaspettate e feconde contaminazioni.
E poi via, di corsa per l'ultima meta di oggi e dell'intero viaggio: il tempio greco-romano di Garni.
Come a Cnosso, la filosofia ricostruttiva del sito lascia un po' perplessi; così perfettamente a posto pare più una farlocca attrazione di Gardaland che la concreta testimonianza della tenacia e del coraggio nello spingersi così ad oriente. 
Perché sino a qui sono giunte la cultura e la potenza ellenica, seguite subito dopo, in splendida fusione, da quelle dell'impero romano. 
Fino a qui. 
Senza mezzi motorizzati o, perlomeno, comode vie d'acqua. 
Ti pare quasi impossibile. 


lunedì 26 settembre 2022


 


 



 




 

sabato 24 settembre 2022

Le storie di Arthur, Gor, Eva e degli altri 9. O di Madre Uberta con le sue consorelle. O di Padre Elia e di San Lazzaro degli Armeni.

Oggi è una di quelle giornate in cui ti senti sempre le farfalle nello stomaco per la commozione che hai vissuto. E ti senti pure una m...per le fisime che ti poni senza capire gli enormi vantaggi che hai avuto già solo nascendo. 
Semplicemente nascendo. 
Così e non cosà.
Lì e non là. 
Arthur è nato cosà e là. 
Eppure è felicissimo quando riesce a farsi mettere sulla moto-giocattolo elettrica per mostrarci la sua perizia nel manovrarla. Lui, chissà come, ha da sempre una vera passione per le moto. È felice nel vedere le foto delle nostre moto e quelle di noi sulle nostre moto. 
A spasso, in viaggio per divertirci.
Arthur ha circa 6 anni e sprizza entusiasmo da tutti i pori. 
Eppure non può camminare e si sposta su di una carrozzina. Un busto poi, rigido e certo anche spietato, gli serra il corpicino dal cuore alla cintola.
Eva, Gor e gli altri 9 bambini stanno molto peggio di Arthur. 
Tutti loro vivono nella modesta ma   linda casa al n. 37 di Nork Marash Street 7, Yerevan (Armenia). 
Li abbiamo conosciuti oggi grazie a ieri. 
Grazie a qualcosa di strano che ieri  era nell'aria e che ha incrociato le nostre voci con i lontani anni di studio in Italia di Stella Maria. 
Ieri lei ed alcune sue sorelle hanno voluto portare due giovani volontarie  in gita al lago Sevan. 
Il sole stava tramontando e noi, dopo la visita al monastero, eravamo già in sella, che la capitale era ad un'ora di strada. Ci siamo detti qualcosa ad alta voce, per superare il rombo delle moto. E Stella Maria, dall'altra parte della stradina, ci sente e ci dice stupita..ma siete italiani?..io ho studiato un po' da voi, ecco Vi presento Uberta ed Edith. Ci conosciamo così, facendo due parole,  i caschi in testa, in uno stradello polveroso, con noi che cerchiamo di dir loro che, si, stavamo cercando proprio loro. Stavamo cercando proprio qualcuno che ci facesse sentire ancor più di m...di quando vedi Arthur ed i suoi 11 amichetti. Che Uberta, Stella Maria, Edith e le poche  altre sorelle rimaste a Yerevan con i bambini, sono Sorelle della Congregazione di Madre Teresa di Calcutta. 
Sono qui, in un paese straniero ad assistere 12 bimbi ipersfortunati che, oltre a nascere con enormi problemi fisici, sono pure stati subito  rifiutati dai genitori. 
Che non hanno più visto. 
I loro genitori sono Madre Uberta, le sue consorelle ed alcune volontarie, anche italiane, presenti a turno. 
Madre Uberta ha scelto di essere lì. 
Noi, senza scegliere, siamo nati sani e nel ricco mondo occidentale. 
Chiamatela come volete, dite pure che sarà una pelosa e cinica solidarietà.
Sarà anche vero. 
Però noi l'anno prossimo torniamo ancora al civico 37 di Nork Marash Street 7, Yerevan (Armenia). 
Torneremo portando tutto ciò che saremo riusciti a raccogliere. 
Se qualcuno di Voi si unisce a noi, porteremo qualcosa di più. 
E infine c'è Padre Elia. 
Ci ha mandati da lui Madre Uberta, gli abbiamo stretto la mano tre ore fa. Lui, un uomo dal viso che pare tagliato con l'accetta, lo sguardo di viva intelligenza, il carisma di chi sa gestire il potere senza farsene irretire, ci ha raccontato qualcosa della sua infanzia di armeno nato in Siria e poi degli anni di severo e sodo studio a Venezia, a San Lazzaro degli Armeni. Qui, come in pochissimi altri luoghi al mondo, si sono raccolte le forze, le scritture, la fede, le tradizioni che rischiavano di disperdersi nella terribile e millenaria diaspora armena. Qui si sono annodati i fili di altre storie che avevamo letto ne "Le terre di Nairi" o "La masseria delle allodole".
Padre Elia, lo si comprende all'istante, ha talenti da vendere. 
Ha scelto di impiegarli non a proprio vantaggio ma per la sua fede e per il suo popolo. 
Guardi il luogo semplice dove vive, ascolti di che impegni si è fatto carico. 
Ed ancora una volta ti senti di non meritare e di sprecare le fortune che hai avuto. 

venerdì 23 settembre 2022

 




giovedì 22 settembre 2022