giovedì 20 settembre 2018

Spiedo & risotto...

Come promesso è giunto il momento di rivederci, un'occasione per incontrarci, conoscerci, raccontarvi quello che è stato e quello che sarà...il giorno sarà il 13 OTTOBRE 2018, alle ore 20.00 a Cerlongo di Goito (Mn). 
Non potete mancare! 

lunedì 13 agosto 2018

E poi, proprio nella stessa sera in cui scrivevamo il post precedente, abbiamo saputo della vostra uccisione. Morti in quattro, per mano di imbecilli criminali che, con delirante ed assoluta bestemmia, si vantano di farlo in nome di Allah, mascherando in modo miserabile il desolato nulla che abita nei loro cuori. Ak Baital Pass, passammo proprio di lì anche noi, cinque ani fa, lungo il tragitto della Pamir Highway. Luoghi desolati, di assoluta asprezza e desolazione ma di una bellezza indicibile. Sterrate dissestate, di difficile percorrenza che, a 4000 e passa km di altitudine, si inanellano lungo vallate infinite, sui bordi di possenti ghiacciai e di montagne perlopiù inesplorate, con laghi color cobalto ed atmosfere di luce metallica. Come voi trovammo persone che ci accolsero, che ci offrirono ospitalità nelle loro case, una tazza di tè e qualcosa da mangiare. Così, per il piacere di conoscerci, di far giocare con noi i loro figli, di vedere le foto dei nostri cari, lontani decine di migliaia di chilometri. Era tutto vero quanto scrivevate, cari Lauren e Jay, era ed è vero che il mondo è popolato in generale da persone buone. Nel contempo è però anche tragicamente vero che la cattiveria dei pochi lascia dietro di sé, oltre a morte ed atroce dolore, pure un'enorme e cupa nuvola che separa, sparge odio e diffidenza. Voi eravate invece lì, oltre che per colmare la vostra voglia di avventura (arrivare fino a lì! in bicicletta, poi!), proprio per l'obbiettivo opposto, quello di creare conoscenza, vicinanza tra mondi e culture diverse. Siamo rimasti per giorni a pensarvi e non sappiamo più, ora, cosa rimane dei vostri ideali, dei vostri desideri dopo gesti così orribili e banalmente vigliacchi. Silenzio, biciclette contorte, corpi straziati; non doveva finire così e speriamo ancora che non finisca così. Che la terra vi sia lieve, cari Lauren e Jay, e che gli uomini possano ancora avere e godere della inerme e potente fiducia che era in voi.

mercoledì 8 agosto 2018

L'uscita poteva essere una qualsiasi delle nostre tangenziali, identica pure la campagna attraversata: stesso verde, stesse piante etc. Intendiamo dire che potevi essere al termine della strada per Vladivostok oppure all'uscita per Mazzano, magari per andare alla Piola per una pizza. Eravamo alla fine della Russia Orientale ma, caspita, era come essere a casa. Ci voglion far credere a chissà quali differenze ma qui, dopo un viaggio di venticinquemila e passa chilometri da casa, il paesaggio, gli uomini, i loro desideri, passioni, valori sono, grosso modo, gli stessi. Eppure ci raccontano, a tutti noi persone normali, che siamo diversi e che non dobbiamo fidarci gli uni degli altri, che siamo gli uni nemici degli altri. Ma ieri sera questa sensazione era netta, come netta era la percezione d'essere vittime di una colossale presa per il culo. Certo qui a pochi passi c'è quello strambo crapapelada nord coreano ma pure lui, in fondo, è un comprimario della messa in scena generale. Poi, nell'entrare in città, veniamo sconquassati dal rombo di due cacciabombardieri Sukoi sovietici a bassa quota (siamo in uno snodo geopolítico molto importante) e veniamo riportati, purtroppo, in questo che non è un gioco.

E cosi, come avete già visto dalle foto, siamo arrivati a mettere i piedi nel Mare di Bering. Arrivandoci e vedendo la bella baia, faceva una certa impressione pensare che quello davanti a noi era l'Oceano Pacifico, che con qualche vigorosa bracciata avresti raggiunto Alaska o Canada e che poco più sotto c'era San Francisco. Il viaggio da Khabarobsk non è stato dei migliori sia per il gran caldo sia per le pessime condizioni del fondo stradale. Questo perché ci eravamo abituati ad un trattamento regale; dall'ingresso in Russia solo asfalto ampio e levigato. Il ritorno a buche ed avvallamenti continui ci ha colto di sorpresa.

martedì 7 agosto 2018

Giunti alla meta...Vladivostok!!!





lunedì 6 agosto 2018

La signora, Vania, regna indiscussa nel castello che si è scelto e che gestisce: una locanda trattoria a Yerofey Pavlovich, sperduto incrocio nei boschi, quasi equidistante (più di 1.000 km) da Ulan Ude ad ovest e Khabarobsk ad est. Non si sa come e dove abbia imparato l'inglese ma è una rarità per un russo che, come lei, ha superato i 40anni. Ha viso molto espressivo che, sfortunatamente per lei, ricorda molto quello della padrona di Babe, la simpatica maialina dei film, volto che accomunava le sembianze di padrona e suino. Estetica a parte, è molto gentile e si preoccupa di tutto: dove mettere al sicuro le moto, se abbiamo tutto nella camera, quali possono essere i problemi e le opportunità della strada che faremo domani. Con cenni decisi ma cortesi, indirizza i clienti camionisti a questo o quel servizio, facendosi ubbidire in un attimo da questi rudi omoni dalle grandi taglie. Il personale della locanda marcia a puntino sotto le sue briglie. Quando le mostriamo il nostro adesivo con lo stemma di Vladivostok (con tanto di tigre) ne autorizza molto soddisfatta l'applicazione alla porta d'ingresso, compiaciuta che, una volta tanto, la scritta sia anche in russo. Sarà molto improbabile ma, capitassimo ancora da queste parti, non mancheremo certo di tornare da lei. Dasvidania!

Turisti (per caso) a Khabarobsk












Sul fiume Amur, tra la Cina e la Russia...



La strada sino a Khabarobsk






















Da Chita in poi..