lunedì 13 agosto 2018

E poi, proprio nella stessa sera in cui scrivevamo il post precedente, abbiamo saputo della vostra uccisione. Morti in quattro, per mano di imbecilli criminali che, con delirante ed assoluta bestemmia, si vantano di farlo in nome di Allah, mascherando in modo miserabile il desolato nulla che abita nei loro cuori. Ak Baital Pass, passammo proprio di lì anche noi, cinque ani fa, lungo il tragitto della Pamir Highway. Luoghi desolati, di assoluta asprezza e desolazione ma di una bellezza indicibile. Sterrate dissestate, di difficile percorrenza che, a 4000 e passa km di altitudine, si inanellano lungo vallate infinite, sui bordi di possenti ghiacciai e di montagne perlopiù inesplorate, con laghi color cobalto ed atmosfere di luce metallica. Come voi trovammo persone che ci accolsero, che ci offrirono ospitalità nelle loro case, una tazza di tè e qualcosa da mangiare. Così, per il piacere di conoscerci, di far giocare con noi i loro figli, di vedere le foto dei nostri cari, lontani decine di migliaia di chilometri. Era tutto vero quanto scrivevate, cari Lauren e Jay, era ed è vero che il mondo è popolato in generale da persone buone. Nel contempo è però anche tragicamente vero che la cattiveria dei pochi lascia dietro di sé, oltre a morte ed atroce dolore, pure un'enorme e cupa nuvola che separa, sparge odio e diffidenza. Voi eravate invece lì, oltre che per colmare la vostra voglia di avventura (arrivare fino a lì! in bicicletta, poi!), proprio per l'obbiettivo opposto, quello di creare conoscenza, vicinanza tra mondi e culture diverse. Siamo rimasti per giorni a pensarvi e non sappiamo più, ora, cosa rimane dei vostri ideali, dei vostri desideri dopo gesti così orribili e banalmente vigliacchi. Silenzio, biciclette contorte, corpi straziati; non doveva finire così e speriamo ancora che non finisca così. Che la terra vi sia lieve, cari Lauren e Jay, e che gli uomini possano ancora avere e godere della inerme e potente fiducia che era in voi.

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