martedì 30 aprile 2019

Anche qui ci sono bellezze da scoprire ma sono meno evidenti, meno facili. Tutto è infatti travolto, quasi sepolto dal vertiginoso balzo economico compiuto in meno di 40 anni dalla Corea del Sud, passata da un reddito annuo pro capite di pochi dollari agli odierni 31mila, quarta economia asiatica dopo i colossi Cina, India e Giappone. Da consumatori europei ci siamo velocemente abituati ai loro, eccellenti, prodotti. Le loro auto, i loro elettrodomestici ed iphone non hanno solo soppiantato i nostri produttori nazionali ma pure violentemente eroso, anche a casa loro, le quote di mercato dei tedeschi. La Corea è circa 1/3 dell'Italia ed ha più di 50 milioni di abitanti, la densità abitativa è quindi enormemente superiore a quella italiana. Tutto ciò non può che aver avuto un costo. Pesante. A questo poi si aggiunge la mentalità del coreano, almeno per come l'abbiamo "annusata" noi nella settimana appena trascorsa.
Cari lettori, il nostro forzato bighellonaggio in Corea del Sud prosegue alla scoperta di questo paese. La premessa è che sapevamo già che il 2019 avrebbe riservato meno fascino al nostro viaggio, normalmente orientato a zone di periferia (non a caso ci chiamiamo Dusty Roads). Dalla periferia ora ci si trasferiva su piazze di internazionale interesse, primeggianti nelle economie mondiali: strade e panorami non sarebbero certo stati quelli del deserto kazako-uzbeco oppure degli altipiani mongoli o patagonici. Ci attendeva però il Giappone dove il forte attaccamento alle antiche tradizioni, ci avrebbe consentito  facili scoperte  di  luoghi e situazioni affascinanti. Qui in Corea è tutto meno facile, diciamo che ci pare d'essere immersi in una impegnativa.... caccia al tesoro!

lunedì 29 aprile 2019

Programmazione della giornata odierna. Si va verso Chuncheon, cittadina principale della zona di monti e
laghi sempre al confine con crapalelada, l'amico del nord.
La nostra domenica era iniziata al porto di Donghae, verificando che  venerdì avremmo potuto prendere il ferry per il Giappone. Saremmo rimasti lì però solo due giorni ed i mille euro di spesa per ognuno ci sono parsi eccessivi. Sarà per un altra volta. Ci siamo quindi dedicati al cazzeggio al mercato del pesce, per poi visitare le zone alpine (prive però di montagne affascinanti) dei giochi olimpici. Ritorno per sera sulla costa dove abbiamo festeggiato il mancato arresto con un ottimo King Crab, l'ottimo granchio del Pacifico del Nord, qui abbondante, economico e pure senza aglio!






Alla fine i poliziotti si sono convinti della nostra buonafede. Eravamo arrivati  lì all'estremo nord della Corea Sud (a pochi km dalla Corea Nord) per visitare le zone dove si sono svolte le Olimpiadi invernali 2018. Lasciata la costa ci siamo imbucati nell'autostrada ma, all'ingresso, v'era solo il cartello che vietava l'utilizzo ai mezzi agricoli. Ci hanno spiegato che il divieto per le moto è così ovvio che non c'era bisogno di cartelli. Ovvio un bel c...., abbiamo pensato noi ma cmq la questione si è risolta bene dopo accurato controllo di tutti i nostri documenti.
L'infrazione da noi commessa viene duramente repressa dallo  Stato Coreano  prima che si possa  ingenerare la sensazione di lassismo verso questo grave comportamento, foriero di minaccia all'ordine pubblico: la guida in autostrada con motociclette!

Tra la prima e la seconda foto con i poliziotti coreani sono passate due ore. Trascorse da noi con il dubbio che l'orribile e grave infrazione che ci era contestata potesse comportare un immediato  giudizio penale con successivo soggiorno nelle galere locali o, in alternativa, il sequestro dei mezzi in attesa del meno grave giudizio amministrativo. Il tutto sempre con ritiro dei passaporti fino alla chiusura del procedimento avviato. In ogni caso una bella gatta... In effetti l'avevamo combinata grossa!

sabato 27 aprile 2019

Aspettavamo le nostre gomme e con il meccanico si era d'accordo d'essere lì alle 9 precise. Noi ci siamo, il meccanico pure, le gomme invece no. Il titolare ci tranquillizza e dice, vedrete che arriva, lo conosco, mi ha promesso e lo conosco bene... me  le porterà. Noi già la sera prima qualche dubbio invece l'avevamo, visto che il gentilissimo meccanico Honda aveva controllato a p.c. e ci aveva detto che non c'erano. Lui e loro (gli splendidi pneumatici coreani marca Shinco, una sciccheria qui in loco) arrivano proprio poco dopo. Loro neri, lucenti ed incartati, lui bello vissuto, sigarettina sempre in bocca, anche quando guida il suo scooter (caro Giorgio hai un emulo coreano) ed un paio di pantaloni incredibili, una via di mezzo tra una carta da parati ed un nuovo rivestimento da divano. Non dice una parola, fuma almeno 5 sigarette mentre se ne sta silenzioso lì tra noi e poi, un breve cenno al meccanico e riparte. Destinazione? Melbourne, Nuova Delhi... non si sa ma tutto gli è possibile.

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Ebbene, ormai sapete che non pensiamo solo alle moto, alla manutenzione ecc... Ma vi sorprenderà scoprire che è proprio cosi! Ve ne diamo prova. Tra una officina meccanica ed un gommista, tra uno smontaggio ed un rimontaggio, abbiamo cercato anche di conoscere Busan ed intrapreso il viaggio verso nord in direzione Donghae. Busan Tower, i vecchi quartieri, il campus universitario e così via, fino al Parco della Democrazia ed il tempio di Haedond Yunggong. Purtroppo la recente e bellicosa storia della nazione ed il successivo crescente sviluppo edilizio non ha lasciato molto spazio a reperti e tracce storiche. A noi tutto sembra relativamente troppo nuovo. Certo è che la cortesia e l'ospitalità della gente ha fatto si che tutto fosse più piacevole. Come potete vedere dalle foto, alla fine, abbiamo pure rischiato di eccedere in romanticismo.
A nostro parere, nei campi che vediamo  lungo il nostro percorso, si coltiva solo aglio. Secondo noi un coreano ne mangia almeno un quintale all'anno. Che si tratti di piatti serviti nelle locande oppure di cibi preconfezionati, da mangiare previa aggiunta di acqua calda, il risultato è sempre l'impossibilità di trovare una vivanda senza aglio. O, almeno, con poco aglio.


Cosa credete? Non penserete che l'Hanami sia solo in Giappone... oppure che i templi buddisti siano solo lì... Tutto ciò lo si trova pure in Corea del Sud dove siamo oggi. Primo giorno di viaggio e, botta di cu.... troviamo sole splendido. Usciti da Busan dopo 40 km troviamo il tempio di Haedong Yunggong. Dopo 450 km tutti sulla costa e verso nord  arriviamo a Donghae. Qui domattina prenderemo info sul ferry russo che da Vladivostok va in Giappone.




giovedì 25 aprile 2019

Siamo un trio ben assortito e certamente eterogeneo. Metti ad esempio le competenze concrete nella Manutenzione della Moto (debitamente in maiuscola perché è un'arte e, non a caso, Pirsing le dedicò un libro assimilandola alla disciplina Zen). C'è chi è incapace ed è pure ignorante come un bue, nutrendo incertezze pure sul lato corretto ove impugnare un cacciavite. C'è invece chi, con lo stesso cacciavite, ovviamente correttamente impugnato, ha smontato interamente un KLE. Misteri del destino che ora premia ed ora nega...




E non è finita qui! Gironzoliamo per la città (bella, moderna e con infrastrutture incredibili) e non vogliamo perdere l'attraversamento dell'Harbor Busan Bridge, nuovissimo ponte che collega i due estremi della baia. Al casello di pedaggio sono titubanti e dopo qualche riflessione la casellante ci fa passare senza pagare. Evvaii! Facciamo 50 metri e ci fermiamo:  immaginiamo sia vietato ma una foto sola dai... Mentre scattiamo (le foto sono pessime, cliccate su internet e troverete foto che fanno onore al ponte), ci arrivano alle spalle due poliziotti. Abbastanza trafelati e pure molto, come dire, emozionati. Immediatamente uno ci fotografa e l'altro ci dice perentorio di esibire le patenti internazionali. Noi eseguiamo ed il pula fotografo le immortala mentre il pula che dà gli ordini ci dice che: sul ponte NON si può sostare, sul ponte le moto NON possono circolare! Il sangue inizia a gelicchiare nelle nostre vene e farfugliamo che veniamo dall'Italia e che...Il pula che dà ordini ci interrompe di botto, ci dice di attraversare alla svelta il ponte e di non percorrerlo mai più. Poi, ancora sudato per la corsa che gli abbiamo fatto fare, a lui che è un po' cicciottello ma pure un po' timido, lui il pula che dà ordini tira fuori di tasca una merendina (lo vedi perché sei cicciottello?) e ce la dà, dicendo di accettarla e che non aveva altro da offrirci. Noi la riceviamo sbalorditi e poco dopo, terminato il pranzo, la dividiamo in 3 bocconcini. Dolci. Come dolcissima e sorprendente è stata oggi per noi la Corea.
Il resto della giornata è però stato un primo piacevole incontro con la gente di questo posto. Andiamo nella concessionaria Honda a far eseguire qualche lavoro ed il responsabile della  officina ci accoglie subito, mollando senza una parola quello che stava facendo. Lavora quasi due ore sulle nostre moto e ci fornisce pure due lampadine. Il conto è il seguente: manodopera zero, materiale zero. Insistiamo ma nulla da fare. Lui ci dice che è contento così. Per ricordo facciamo una foto insieme a lui. Siamo senza parole!



Prima giornata piena in Corea del sud e già questi coreani ci stanno... un mucchio simpatici. Passi che non ci han fatto trovare traghetti per il Giappone (la cosa è oggi purtroppo assodata, nella settimana di tradizionali vacanze giapponesi, i saggi coreani fermano i traghetti perché, di là, non si trova nemmeno un posto in albergo). Loro, peraltro, già ci avevano fatto chiaramente capire la cosa da tempo, siamo noi che abbiamo pensato che giunti in Corea avremmo trovato una soluzione. All'italiana. Appunto. All'italiana si fa magari in Italia, in Corea si fa alla coreana e, quindi, niente traghetto!

mercoledì 24 aprile 2019

Sono le 5 del mattino e sono gia sveglio e carico. Evidentemente il fuso orario ha i suoi effetti. Non sui miei compagni di viaggio però che riescono a coprire, con il loro respiro leggero da neonati (di orco), anche lo stridio dei gabbiani che proviene da fuori. Poco male, saranno più riposati per affrontare la trattativa di imbarco per il Giappone. Altre ore da impiegare nel tentativo di aggirare un problema esclusivamente burocratico. Speriamo che il sonno ristoratore (il loro) ci faccia trovare pronti e pazienti. Ma non siamo molto fiduciosi. Non ci siamo comunque fatti cogliere impreparati, da buoni strateghi e navigati viaggiatori sappiamo che queste cose possomo succedere e quindi, con largo anticipo, ieri sera (!) abbiamo elaborato "Il Piano B". Siamo pronti alla nuova giornata koreana.
Visto che era già di 36 ore la giornata si allunga a 40 e si va mangiare in uno dei tanti localini vicini al posto dove dormiamo. Braciere a centro tavola, carne di manzo ed una infinità di piattini con contorni e salse. Tutto buono ma non economico 35 euro a testa.

Non è stata un'esperienza allucinante come la dogana argentina o quella  uzbeca ma pure in sud Corea abbiamo girato come trottole per mezzo pomeriggio. Fortuna che era con noi l'azzimato coreano che vedete nella foto. E mentre si era per uffici, loro, le nostre 3 bimbe, erano nel piazzale ad aspettarci, al buio del container da dove poi, giunto l'apriti sesamo finale, sono state finalmente liberate. Impolverate, mezze incrocchiate dal lungo fermo ma poi, dopo qualche  massaggio di quelli giusti,  3 potenti vrooomm irrompono nel porto. E come di incanto si dissolve anche la scimmia di questa strana giornata durata 36 ore.
Di frontiere ne abbiamo attraversate tante, dalle più organizzate, quasi imbellettate per dar "tono" alla nazione dove entravamo, a quelle che più isolate e scalcinate non si poteva (quella tagika in Pamir, ad esempio, aveva una cisterna di camion come garritta per i poveri soldatini infreddoliti a più di 4000 metri). In ogni frontiera sei comunque sempre sulle tue, quasi  in balia di questo non luogo e dei tipi che lo gestiscono. Ecco, se in una frontiera sei circospetto al punto 10,  se sei in una dogana il punteggio va a 20.