martedì 31 luglio 2018

Risaliamo in una bellissima vallata. Il suo verde smeraldo è solcato da cento diversi segni di color sabbia, i segni delle cento scelte di chi l'ha attraversata. Sono quasi le 17 e rimpiangiamo una luce migliore ma il posto è veramente incantevole. Abbiamo lasciato la strada principale per una sterrata e, dopo 35 km e circa un'ora, arriviamo al Monastero di Amarbaysgalant Khiid. È il meglio conservato di tutta la Mongolia e ciò è sicuramente dovuto alla sua pisizione isolata che rese meno facili le razzie che i russi fecero in tutti gli altri monasteri. Pace, silenzio della natura e dell'anima; i cento diversi percorsi per risalire fin qui dalla vallata possono simboleggiare i diversi modi per arrivare ad una pace interiore ed alla ricerca spirituale e di fede. Sia come sia, non si vorrebbe più andar via, poi la saggezza dei più convince all'immediato ritorno, senza dormire nelle varie gher che qui offrono riparo al clima frizzante dei quasi 2000 metri. Il rientro nella mattina successiva sarebbe stato ben meno poetico, con l'intensa pioggia a trasformare in sapone il fondo sabbioso delle piste.

Fancazzisti!!!
Vado da questa parte...no da questa...mmmhhh...

Ciao gnari...

Homo Motociclisticus nascosto dalla sabbia postata ad arte...

Monastero di Amarbaysgalant Khiid





lunedì 30 luglio 2018

Lui, giovanissimo e del tutto inesperto, di sicuro era terrorizzato. Tanto da non riuscire a spiccare il volo con papà e mamma, quando si è sentito da lontano arrivare uno strano rumore. Erano tre motociclette ma lui che ne sa di moto? Non gli resta che la tattica dello struzzo, zitto ed imobile sperando di non essere visto. Lo struzzo, poi, mette la testa sotto la sabbia. Ma lui, l'aquilotto, manco sa come cazzo si mette la testa sotto la sabbia e, allora, non gli resta che appiattirsi contro il cespuglio e la capretta. E invece quei tre li vedono e tornano indietro e si fermano a guardarli a mezzo metro. Che paura! Lui sta immobile finché i tre se ne vanno. Poi riprende a mangiare la capra che le due aquile adulte gli avevano catturato da poco.

E con tutte le altre.

Lei, la strada asfaltata, per quanto contorta e magari maltenuta, garantisce comunque comodità, velocità. Ma pure sicurezza e tranquillità. Se lei c'è vuole dire che, giusta o sbagliata la direzione, una meta, rassicurante, comunque c'è! Ma le piste? Dove ti porteranno le piste? Proprio quelle che stai facendo ora. Poco più di 400 km di piste sabbiose (il nostro percorso nel Gobi) sono quasi due giorni di viaggio. Sempre con l'ansia che la direzione non sia giusta, che un guasto od una caviglia infortunata possano improvvisamente cambiare il verso ad una bella giornata. Ogni tanto una carcassa quasi mummificata od un teschio ovino calcificato ti ricordano che non c'è da scherzare. Poi ti fai passare il magone e ti incanti guardando il cielo che si unisce all'orizzonte con la tua pista.

Il deserto del Gobi! Anni che si sognava di vederlo e, anche se la Cina ci è vietata, non potevamo non andare a metterci il naso, con un percorso a sud apparentemente inutile prima di risalire velocemente verso il nord ed il confine con la Russia. Carovane scomparse nelle sue sabbie, spiriti maligni che si scatenano nella notte, civiltà splendide e poi inghiottite nel nulla, mille piste carovaniere tra cui quella di Marco Polo. C'è un altro posto con più fascino e mistero? Per noi è stata una due giorni mordi e fuggi, peraltro solo nel Gobi settentrionale ed in quello di mezzo. Ancora un po' di vegetazione quindi ma per il resto, uguale desolazione, immensità, uguale magnifico ed inquietante silenzio. Luoghi di grande durezza, colmi di un vuoto che riempie gli occhi e l'anima. Abbiamo faticato non poco ma chissenefrega!

Anzi, se lui non avesse insistito con la sorella, non ci avrebbero nemmeno accolti. L'hotel non è più tale da anni ma lui voleva parlare con noi italiani e dirci della sua passione per lo scrittore Mario Puzo ed il suo libro Il Padrino. Sorvoliamo sui servizi alberghieri (per materasso tre assi di legno su cui abbiam messo i sacchi a pelo) ma lui è stato un portento, come cuoco ed intrattenitore. Una serata piacevole con un adolescente che a casa ha mille cose meno dei nostri ragazzi ma ha un quintale di entusiasmo e spirito di iniziativa.


SOS Village di Ulan Baator, la festa dei bambini al Dusty Roads che "inoltriamo" a tutti i nostri sostenitori...

Timothy prepara la cena sul tavolo della cucina dove ha già fatto accomodare noi tre. Mentre lui lavora ci racconta che ha 19 anni e frequenta la scuola ad Ulan Bator, quasi due giorni di viaggio da qui. Deve quindi restare in collegio e qui, a Govi Uglaal nel Middle Gobi, ci viene ormai solo d'estate, anche se quest'anno un po' di meno perché è andato due settimane in uno stage in Giappone. Qui, nel suo paesello, non c'è luce elettrica e nemmeno acqua corrente: nell'edificio dove abita con la famiglia c'è una scritta sbiadita "hotel", noi però siamo i primi turisti credo da almeno 20anni.

Deserto dei Gobi nei pressi di Mandalgov

Deserto dei Gobi

Due Gobi...





Soggeto a rischio di estinzione...



































sabato 28 luglio 2018

La Vecchia Bastarda è pronta, ora sotto la sella ha una nuova batteria; la precedente aveva 5 anni ma gli ultimi due li aveva fatti rimanendo immobile per 11 mesi e mezzo ogni 12. Non è del tutto soddisfatta perché la sostituta non è tetesca ma giapponese, di una Yamaha. Nemmeno di una moto, peraltro, ma di un quad (sia pure con motore della TDM). Le altre due moto, pure risistemate a nuovo, le han detto di non fare troppo la preziosa e di non rompere. Domattina si parte!

Camper, auto, jeep, biciclette e, ovviamente, moto. Qui trovate di tutto e nella piccola sala da pranzo comune c'è veramente di tutto. Due giovani genitori francesi che con camper e due maschietti di 3 e 5 anni stanno andando in australia. Marito e moglie tedeschi che tornano in moto in europa. Lo svizzero che, da solo ed in moto, raggiunto caponord, da li ha traghettato in un porto siberiano ed è sceso ad Ulan Bator da dove tornerà a casa passando da Samarcanda. Tre cicliste verso la Cina ma pure una francese di mezza età che da sola e con un GS 600 è arrivata fin qui. E poi, nella fornita biblioteca, il libro di 3 brasiliani che raccontano del loro viaggio dall'Alaska ad Ushuaia ma scrivono la loro dedica qui ad Ulan Bator durante il loro viaggio sulla via della Seta, sempre con delle Honda Shadow. Il giovane coreano che con una piccola 250 Honda sta andando in Europa e magari passerà a trovarci. Ed in bacheca cento storie ed altrettante foto, tutte intriganti e belle come il viaggio che stiamo facendo noi. L'Oasis è un porto di mare veramente unico, dove si intrecciano consigli di viaggio, storie di avventure od incidenti, lupi solitari o famigliole nonché attempate coppie di 70enni che, con sdraiette e lavoro a maglia, fanno siesta sotto la tettoia della loro casa motorizzata, lontana diecimila km da quella in mattoni che li attende in patria.

Oasis Guesthouse di Ulaanbaatar ore 20 locali (le vostre 14), vi scriviamo da un posto strampalato ma affascinante come pochi; un ostello/campeggio che da oltre 30 anni è punto d'incontro di ogni sorta di viaggiatori.

giovedì 26 luglio 2018

Chi si è appassionato vedendo il film Dersu Uzala di Akira Kurosawa (premio Oscar nel 1976), non può non aver avuto il desiderio di attraversare quelle zone cosi magicamente immortalate nella pellicola. Ecco dunque la nostra tappa 2018: dalla mongola Ulan Bator a Vladivostok, estremo avamposto russo adagiato sugli ultimi lembi orientali del continente asiatico che si protendono verso Alaska e Giappone. Le terre di Dersu Uzala!

A ben vedere la scelta non è stata difficile, salvo tornare verso l"Occidente l'unica era andare verso la Siberia e, ancor più lontano, verso territori sconosciuti, che intimoriscono gli stessi siberiani che, infatti, li chiamano Far East, il lontano est. Territori sconfinati, dove regnano i riti sciamani ed i ghiacci imprigionano tutto per gran parte dell'anno, per poi sciogliersi al sole di brevi ed intensissime estati. Terre di vulcani e di grandi fiumi che sfociano poi nel Mar del Giappone od in quello di Bering. Le terre dove visse Dersu Uzala!

Per la verità c'è chi ha tentato di puntare sulla giovane età (30 anni!) nonche sul proprio ottimo stato di forma. La Vecchia Bastarda (la mia moto, classe 1988) ha tentato di dirmi che forse, con un giovane pilota, lei un giretto sotto la Grande Muraglia l'avrebbe anche fatto.... Quanto le ho risposto è un po' una cosa tipica delle vecchie coppie con qualche ruggine mai sopita. Mi ha tenuto il muso per un po' e poi ci siamo concentrati su quale fosse il tragitto alternativo per la prossima tappa del nostro motogirodelmondo.

Ancora una volta siamo rimasti sconcertati dalle risposta dei mandarini che decidono l'afflusso di turisti in Cina: siete troppo vecchi, state a casa in pantofole. O meglio e questo francamente mi ha irritato un po', TU che scrivi SEI troppo vecchio, visto che hai già passato i 60 anni. Non potendo dire ..chi io..? mi sono limitato a dire gentilmente...ma voi che c...ve ne frega del mio compleanno? E loro mi hanno spiegato che è il Codice della Strada cinese che vieta agli over 60 la guida di autobus, grossi camion e (ahimè) grosse moto. Partita finita, quindi, partita nemmeno incominciata. Ciao Cina, ti rivedrò da turista appiedato o munito di micromoto.

La risposta governativa è stata sintetica ancorché poco cortese: fuori dalle palle entro marzo 2018! Li per li ci pareva necessario rinunciare ma poi, calcolato che a Natale si potevano strappare dieci giorni di ferie, il nostro piano venne subito elaborato. Nell'estate 2018 scendiamo il più possibile verso la Cina del sud e poi a Natale, visto che si parte da latidudini più calde, facciamo una tirata di dieci giorni per entrare in Vietnam. Trattiamo alla morte il prezzo (non da poco) e finalmente inviamo tutti i nostri documenti per la chiusura pratica. Sospiro di sollievo, finalmente é fatta...Cina ti conquisteremo!

giovedì 19 luglio 2018

Lo specchietto è servito!!!
Anche se è stato necessario ben UN ANNO per porre rimedio al danno, Angelo ha provveduto al recupero dello specchietto della Honda Transalp irrimediabilmente danneggiato nel momento in cui si appartò con il pastore mongolo...
Pacta servanda sunt