venerdì 28 luglio 2023

Alla fine prese ancora i pantaloni di pelle, con il cuoio nero che si era schiarito nel tempo, graffiato qua e là. Con qualche zona che, scorrendovi con le dita, gli ricordava vecchie storie. Una scivolata, oppure la gamba sinistra piantata tra i sassi del fondo, tesa come non mai nello sforzo di contrastare la pressione di un guado impetuoso, l'interno dello stinco a sfregare contro la pedalina per non ribaltarsi nell'acqua. Che di guadi ne aveva fatti ben pochi. Ma di lì si doveva passare, perché la morena del ghiacciaio, sciogliendosi e schiumando si era mangiata la sterrata. La pelle era morbida come seta, profumata della crema che ogni tanto, quando si ricordava, applicava per spianare le rughe, per ringraziarla un po' del buon lavoro fatto. Cara vecchia pellaccia, domani si parte. Domani si parte ancora.

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