"Ma certo che ci ricordiamo di voi...era settembre dello scorso anno e ci incontrammo per caso sul lago Sevan!" La voce di Suor Edith suona squillante ed allegra quando Padre Elia, che l'ha chiamata al telefono, ce la passa. Si organizza tutto alla svelta ed a metà pomeriggio ci aspettano nella loro Casa, al 37 di Nork, Marash 7, Yerevan. Questa volta la visita ci ha lasciato meno angoscia, ora sapevamo già che i bambini che ospitano, hanno handicap molto gravi o gravissimi. Immutata è invece la nostra ammirazione per questo drappello di poche Suore e volontarie che negli undici mesi trascorsi da quel tramonto sul lago, ha combattuto tutti giorni in questa ardua trincea dell'umana solidarietà. Abbiamo lasciato loro la busta con quanto raccolto con gli amici che ci sostengono; un sostegno al loro affetto per questi bambini. Tra tutti loro, Arthur è ancora quello più scatenato nella passione per le moto ma non è stato il solo a volerle toccare, salendoci sopra per far ruggire i motori. Per lui, ci dicono speranzose, c'è forse una futura adozione statunitense. Finiamo poi il pomeriggio parlando di quali aiuti potremmo organizzare per il futuro. Il groppo alla gola con cui c'è ne andiamo è però uguale a quello dello scorso anno.
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