martedì 30 luglio 2024

Cavalieri erranti.


 

Millemiglia trafelate.




Arrivati venerdì mattina a Erevan, raggiungiamo Astrahan questa  sera, lunedì. Tra una cosa e l'altra ci siamo già fatti oltre 1500 km.

Vi pare poco cari lettori?

Avete del tutto ragione, ad Astrahan dovevamo arrivare ieri ma con tutti i casini del componente mancante, non pensavamo di saltare un giorno ma l'intero viaggio.

Siamo quindi felici come pasque e Vi chiediamo di essere felici insieme a noi.

In questi 3 giorni superdensi, tante cose ci hanno accompagnati: un abbraccio a Padre Elia, la consegna a lui della nostra busta e pure di una vagonata di farmaci (grazie mille Dr.ssa Valentina e Dr. Amos), il suo ottimo caffè con torta armena, due giorni di diluvio caucasico mai visto, una strada fatta e rifatta alla ricerca di ciòchenonsi


trova, una convulsa e pittorica domenica mattina,

la gentilezza di una sconosciuta dell'Ossezia, i soliti patemi in 2 frontiere, la bella città di Vladikavkaz, un borsh fatto come si deve, il fascino di un tramonto nella steppa calmucca, il dolce estuario del Volga e poi ecco Astrahan, una birra ospiti di motard russi con moto ma pure con una magnifica fuoristrada Uaz.
Infine un panino mezzo strangolato a mezzanotte, sul lungo fiume con in faccia un bel vento fresco che non sai se proviene dal Caspio o dal Volga.

Domattina sveglia presto, si va alla frontiera che ci respinse a maggio; Kazakistan aspettaci, questa volta non possiamo fallire.

lunedì 29 luglio 2024

Il mago Shota.


Poi, dal terrapieno dello svincolo che prima la nascondeva, ecco che piano piano ci appare nel traffico anche l'auto che sorregge sul tetto la canoa capovolta.

È una vecchissima Polo VW, targata Norvegia, con a bordo 4 ragazzi.

Sulle portiere uno stemma che non si conosceva: "Poles of Inconvenience" e cioè attrazione di disagi, calamita di casini. È un recentissimo emulo del Mongol Rally, una riedizione del sempre affascinante cazzeggio in giro per il mondo, alla scoperta del nuovo, per misurarti con te stesso in un viaggio fuori dalla norma.

Questa Polo con annessa canoa pare dirci ...perché siete abbacchiati...è proprio il tipo di viaggio incasinato che vi siete scelti e, quindi, pochi piagnistei e seguite il karma che ne esce.

Lo scrollone dei norvegesi è sacrosanto e ci fa capire che dobbiamo darci una mossa.

Rispondiamo ad X LAB che dei loro bellissimi  tagli laser faremo prova un'altra volta e chiediamo se invece conoscono qualcuno che lavora con stampanti 3D.

Dicono di si e ci danno il numero di Shota; sono le 17.15 di sabato e gli scriviamo subito. Ciao Shota siamo 4 italiani in moto, siamo nella merda perché uno di noi ha perso per strada (o glielo hanno ciulato) un componente piccolo ma fondamentale, senza il quale è impossibile circolare. Puoi farcelo tu in 3D?

Shota ci chiede se abbiamo una copia di questo componente, le dimensioni e dopo un po' dice si, posso aiutarvi, sono un  architetto georgiano e vi aspetto lunedì mattina nel mio studio.

Rispondiamo da paraculi, grazie mille Shota, ti affidiamo l'appalto ma non è che puoi farlo stasera, senza farci aspettare quasi due giorni?

Lo sventurato rispose.

A mezzanotte di sabato il pezzo in 3D era pronto ed a mezzogiorno di domenica salutavamo Tiblisi.

Shota sei un mago!



domenica 28 luglio 2024

Poles of Inconvenience.


Il fiume Kura scorre lento, placido e giallastro sotto i ponti di Tbilisi; per noi italiani è uno sconosciuto ma lui se ne sbatte altamente, visto che a lui il nostro Po gli fa un baffo (è quasi 3 volte più lungo dell'italico vanto fluviale).

Sono le 17 di sabato ed abbiamo pensato che in quel piccolo supermercato potessero venderci una birra in grado di annegare, di risolvere, i nostri rovelli. 

E invece nulla, la lattina è quasi finita e, sarà che la marca non è quella giusta, ma il messaggio che ci arriva da X LAB non è buono. In internet si diceva che si occupassero anche di 3D e invece no, loro fanno benissimo i tagli laser, sono specializzati in tagli laser.

A noi, però, dei tagli laser ci interessa veramente un c....e restiamo lì, con la birra che si sta' scaldando ed un po' malinconici.

Gettiamo uno sguardo nel vuoto avanti a noi e, forse la birra era un po' forte, ma la nostra giornata ha una svolta. All'improvviso ci appare una canoa che avanza lenta lungo il traffico cittadino, che il fiume è alle nostre spalle.

Non è un cayak, è molto più grande; è una vera canoa che vedresti bene nei laghi del nord America o del Canada, a galleggiare sulle acque mentre qualche caribù la guarda e rumina tranquillo.

Si destreggia tra le auto e le affianca, procedendo con loro verso il semaforo.

Capovolta.