"Assalomu aleykum".
Dusty Roads for children...
DUSTY ROADS Bislacca idea un giro del mondo in moto con ritorno quandochissà! Un viaggio sbocconcellato a morsi strappati al tran tran di ogni anno Con moto vecchiotte; viandanti in cerca di condivisione ed accoglienza Pamir, Mongolia, Mar di Bering il Fuji ed ora Ararat. Tappe annuali dove fermare le moto. Mondi dove portare un piccolo aiuto a bambini in difficoltà. Un ringraziamento ai popoli che ci ospitano. Una traccia che si aggiunga a quelle delle moto. Lungo le strade e nei nostri cuori.
martedì 20 agosto 2024
Ci pensa Abdullah!
"Assalomu aleykum".
domenica 11 agosto 2024
Si va, si va, si va.. Si va sempre. Qualche volta si dorme.
si sdraiano per rifocillarsi tra tappeti e cuscini.
Bucolico Tagikizstan.
Le satrapie persiane spinsero fin qui i loro pascoli ed ecco perché, sola tra le tante di radice turca, la lingua che si parla qui è di origine persiana.
Qui imperarono i regni di Sogdiana e Battriana, soprattutto qui, tra queste disperse ed aspre montagne, si dipanò da metà 1800 il "Grande Gioco", il fascinoso intreccio di militari, affaristi e spie combattuto tra gli Zar di Russia da nord e, nel lato inferiore, gli avamposti indiani dell'Impero Britannico.
Con valli impervie, cime immense (qui c'è il massiccio del Pamir, il Tetto del Mondo) questa piccola e poco ricca nazione è un pittoresco e spettacolare quadro bucolico.
Percorrerlo in moto è stato magnifico e faticoso; le strade non sono certo ottimali e nel famigerato Tunnel Anzob ci siamo letteralmente c...ti addosso.
Un poliziotto provvidenziale ed intraprendente.
È da un po' che la moto rantola ed avanza malamente; sempre più spesso l'energia che vorresti darle si strozza e tu rimani lì che attendi il sussulto finale.
Fiamme ossidriche a Buchara.
Il tipo è identico a Martin Feldman, l'indimenticabile gobbo nello spassoso film Frankenstein Junior.
Una settimana dopo.
È passata una settimana dall'ultimo post.
venerdì 2 agosto 2024
Quello SCURO oggetto del desiderio.
Se ci fosse una O in più, il titolo di questo post sarebbe identico a quello del famoso ma pesantuccio film di Bunuel.
Qui ci tocca parlare di film d'essai (o, come si diceva da noi in campagna, di cineforum) e vedrete che non è così labile la connessione tra le supposizioni, se non le supponenze, sull'arte cinematografica e quelle sulle nobiltà del viaggiare in moto.
Cominciamo dalle prime.
Erano gli anni '70 e per noi giovani salmoni desiderosi ma pure impauriti del risalire le rapide della vita, i cineforum erano un occasione non da poco, mascherata in modo intellettuale, per dare qualche speranza di concretizzazione ai rimescolamenti ormonali da cui eravamo pervasi.
Chi diceva e dice che ci andava per vedere un bel film, mentiva e mente spudoratamente; il film poteva ANCHE essere un corollario interessante ma ci si andava, nessuno escluso, soprattutto per QUELLO.
E quello non accadeva mai o quasi mai e se dovevi farti notare, tentare l'azzardo per avere poi occasione di incontri più ravvicinati e meno popolosi, allora, cuore in gola, dovevi dire qualcosa alla fine.
Dovevi giocarti tutto al dibattito finale, vincere la vergogna.
Era quasi inevitabile però la figuraccia, il tuo intervento, rilevava puntuto lo stronzo con il microfono in mano, era poco profondo e non avevi colto ciò che il regista voleva dire.
E tu ti dicevi allora che forse sarebbe stato meno snob ma più fruttuoso andare in balera.
Veniamo ora alle moto.
Già prima del frullatore karakalpakstano, abbiamo avuto strade toste e carreggiate devastate.
Le abbiamo affrontate con stoicismo e, anzi, con una componente di malcelata autocelebrazione: la vedete la polvere che copre noi e le nostre cavalcature? Non siamo dei faciloni da autostrade noi, a noi piacciono polvere e sterrati, ci chiamiamo Dusty Roads e non, che so, Pedemontana Boys.
Primo giorno deserto russo, strada pesante.
Secondo giorno deserto kazako con strade dissestate.
Terzo giorno il Karakalpakstan.
In tre giorni mai un autogrill con aria condizionata.
I nostri eroi non vacillavano.
Erano schiantati.
E mentre ballonzolavano sulle pietre, proprio al loro fianco, per centinaia di chilometri, l'autostrada in costruzione; ovviamente ad opera dei cinesi che con il progetto Silk Road stanno realizzando un nastro d'asfalto levigato per portare merci in Europa in 1 settimana.
Per brevissimi tratti il Grande Mandarino Costruttore consentiva l'accesso al nastro di bitume levigato.
Godevi come una biscia
E poi, zac, dopo 10 km tornavi sulle bianche sterrate, nel girone infernale dei motoviaggiatori con cresta alta.
Per quelle porzioni di SCURO asfalto avresti venduto l'anima ma, vergognoso, tacevi con gli altri
A fine giornata uno di noi, emulo di Fantozzi con la corazzata Potemkin, disse ...ma che due coglioni queste strade di merda...
Venne travolto da un applauso fragoroso.
Ci iscrivemmo subito ai Pedemontana Boys e, con l'occasione, grazie alla scontistica di questo importante sodalizio, facemmo pure la tessera annuale per la balera.
Ahh.....