venerdì 29 luglio 2016

Cari lettori del Dusty Roads Chronicle due sono le notizie oggi per voi. La prima è che siam giunti a Kiev dopo una tappa pesantuccia che ha consolidato l'ottimo affiatamento tra noi tre. La strada enumerata M06 ci ha preso per mano dal primo all'ultimo chilometro conducendoci, prima salendo lungo le dolci pendici dei Carpazi e poi giù nelle immense pianure, sino alla capitale. Le nostre tre vecchie moto hanno così attraversato un vero e proprio sillabario di stereotipi ucraini: distese di girasoli o frumento tanto estese che l'occhio non riesce a contenere, graziose isbe colorate, cicogne e nidi delle suddette, enormi camion che arrancano eruttando vagonate di fumo, chiese ortodosse dalle luccicanti cupole simil stagnola, spettrali e gigantesche fabbriche allo sfascio come l'ideale bolscevico che le fece sorgere, vecchi o bimbi che portano al pascolo l'unica mucca, intere famiglie che sfalciano a mano immensi campi, grassi tamarri ingioiellati che sfrecciano in fuoriserie o si scaccolano tranquilli al distributore. La seconda notizia è di tipo economico. Chi scrive è tornato a percorrere le strade ucraine dopo circa 15 anni, potendo così constatare che il divario con quelle italiane è stato ormai colmato! Buche, voragini e rappezzi sono ormai del tutto simili!