mercoledì 27 luglio 2016

Non ci posso credere, alle ore 11.19 del 27.07.2016 sono pure io divenuto un blogger; il tutto grazie all'infinita pazienza di Renato ed Omar che hanno fatto tutto cio che un analfabeta informatico come me si rifiutava (anche ostinatamente) di fare. Ora quindi potete leggere pure dal terzo di cui, anche a ragione (ed io con voi), dubitavate l'esistenza. Ora le notizie di massima da questo improbabile gruppo  (come avrete visto ci presentiamo con un percorso sotto il Mar Nero e Caspio e poi ci trovate lungo le strade per la Russia): siamo a Budapest, alle 16 dovremmo avere i visti russi e seduta stante partiamo per il confine con l'Ucraina, domani proseguiremo per il confine russo e da qui verso Astrachan. Ieri giornata tranquilla e bucolica. Abbiam lasciato il nostro appartamento costretti a trascorrere la terza notte in Budapest in un altro appartamento e allora caricate le moto e indossate le tute abbiam deciso di uscire da Budapest dirigendoci lungo il Danubio sino ad Esztergom sede imperiale e terminale finale di vari castelli dei principi ungheresi. Ne abbiamo visto però solo uno, poi ha prevalso la tranquillità di uno scalo fluviale. Arriviamo ed il traghetto non è ancora arrivato, ci concediamo allora una birra fresca nella locanda a fianco. Sono le 11.30 e ligi a ciò che ci dicevano mamme e nonne abbiam cura di bere mangiando qualcosa e poi di non guidare subito dopo aver bevuto. Il risultato, molto piacevole, trova Renato ed Omar addormentati sulle panche della locanda e me, invece, sotto il platano vicino alle moto rimaste nel prato. Non prima delle 17 guadagnamo (belli rilassati) l'altra sponda. Il Danubio che ci accoglie tranquillo, sorride sornione e ci dice ... ma se siete cotti dopo soli 50 km come farete ad arrivare a Bishkek? Proprio perché la domanda è seria noi, offesi da tanta fluviale saggezza, la ignoriamo bellamente. Riguadagnata Budapest ed occupato un appartamento molto signorile e centrale, ci prepariamo (con cena casalinga a base di salame piccante ungherese) all'ignoto che ci attende.