sabato 12 agosto 2023

Non tutte le ciambelle...

Chi viaggia lo sa bene, non sempre le cose vanno come desideri e questo è proprio quanto è accaduto a noi nei tre  giorni dopo il rientro da Kazbegi. Giorni trascorsi in una faticosissima galoppata dalle zone montane dell'estremo est della Georgia a quelle dell'estremo ovest. Dal Tusheti allo Svaneti. Per una volta siamo  stati delusi dalle indicazioni di Lonely Planet che ci diceva meraviglie di Mestia e della valle di cui è villaggio più famoso, nella famosa zona delle torri di avvistamento, le koshbeki, dello Svaneti. Non essendoci collegamenti a nord, siamo necessariamente scesi nella gran calura delle pianure, viaggiando con un caldo feroce (36/37 gradi) e molto umido. Condivano il tutto polvere, traffico e continui cantieri stradali. La Georgia è infatti  immersa in grandi opere infrastrutturali,  gestite con  la fondamentale partnership cinese nell'ambito del faraonico progetto Silk Way, investimento di Pechino dal chiaro stampo imperiale e finalizzato alla celere diffusione via gomma delle merci cinesi dall'Asia Centrale verso l'Europa. La fidata guida  non ci diceva però che la risalita verso l'Alto Svaneti era tutta lungo l'interminabile e noiosa  valle di un anonimo bacino artificiale idroelettrico. Taceva pure che Mestia straborda turisti, perlopiù arrivati lì con un comodo volo interno al locale aeroporto, tutti agghindati da scalatori pronti ad affrontare le vette caucasiche dei dintorni. Quasi tutti però, più propensi ad assalire, bardati come per l'ascensione al vicino  Elbrus (la vetta più alta del Caucaso), i tavolini delle varie multinazionali del food&beverage, qui schierate in massa. Per noi una vera delusione e dopo nemmeno un'ora siamo fuggiti da questi posti, mangiandoci le dita per i giorni che avremmo potuto trascorre negli idilliaci e solitari alpeggi visti in precedenza. La sfiga non era finita però, avendo questa addocchiato la bella Africa Twin di Luca. 

Nessun commento:

Posta un commento