giovedì 3 agosto 2023

Verso sud, tra tensioni geopolitiche e candidi vacanzieri.

Cari lettori, abbiamo avuto due giorni intensi di viaggio e non ci è stato possibile darvi aggiornamenti sino ad ora. Siamo in un piacevole agriturismo in Vorotan, dove ieri sera ci hanno preparato una  luculliana cena armena. Le strida di un gruppo di maleducati pavoni (si spera che il titolare li nutra al solo scopo di metterli in padella per qualche importante ricorrenza) ci ha svegliati un po' troppo presto. Siamo cmq confortati dal pensiero di saperli un giorno ben rosolati con contorno di verdure. Da qui la frontiera iraniana è ad un tiro di schioppo, stamani  a Mehgri, città di confine, visiteremo tre belle chiese affrescate e poi andremo a vedere le cave di molibdeno. Tra i pioppi che contornano queste strette valli di rocce rossastre, spunterà in lontananza qualche snello minareto. Siamo in un corridoio denso di tensioni geopolitiche; ad ovest il territorio armeno reclamato dagli azeri, ove è situata però, con evidente componente deterrente ai pruriti azeri, una base militare russa. Ad est il Nagorno Karabak, territorio azero ma popolato da armeni che si sono autoproclamati autonomi da Baku e fratelli con Yerevan. A sud l'Iran che, con la Russia, cerca di mantenere il coperchio su questa pentola che da sempre sobbolle ma che da un anno, con Putin distolto dalla sciagurata "operazione militare speciale" in Ucraina, ha avuto un robusto aumento di fiamma dalla coeva nuova idea turco azera. Questi vorrebbero infatti  saldare, a scapito degli Armeni,  i loro due territori per assicurarsi, con una camionabile in loro mani, il flusso dei commerci euro asiatici. In questo contesto ci troviamo a vagabondare noi con degli insoliti altri turisti. 

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