sabato 11 maggio 2024

Ararat

E' come un saluto.
Ti svegli dal breve sonno, ti affacci alla finestra ancora stropicciato e lui è lì, insolitamente limpido. Da Yerevan non lo avevamo mai visto così pulito,  le foschie cittadine lo celavano sempre in qualche tratto.

Oggi invece ci saluta in tutta la sua bellezza, resa ancora più scintillante dall'abbondante mantello delle nevi primaverili. Lo capisci solo giorni dopo che questo è un saluto, un addio in grande stile.

La mattina corre poi veloce come si era programmato, le moto non sono state troppo riluttanti nel risveglio, un po' di bei massaggi e via.

La campagna armena, con dolci declivi coltivati ci accompagna con giochi di verde magnifici, resi ancora più vividi dalla pioggia che ci fa compagnia per buona parte del viaggio.

Risaliamo a nord e l'Ararat scompare dietro le nostre spalle, raggiungiamo poi il lago Sevan con lo splendido monastero affacciato sulla penisola.

Poi le incombenze della frontiera armeno/georgiana ed infine, sul far della sera, ci accoglie la capitale  Tbilisi.

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