Beh ...che c'è da fotografare?
Per qualcuno e, anzi, per i più questo è solo un vecchio copertone da buttare. Ciarpame.
Per un "pola" invece questo coso (perché certo nemmeno lo puoi definire un pneumatico) segnala che il conducente della moto merita una multa sostanziosa, sacrosanta.
Un pistaiolo (ndr soggetto che ha manico e corre in pista come un dannato, anche quando la pista non c'è) direbbe solo, e certamente non puoi dargli torto, ..dove cazzo vai con una gomma così?
Pure a Voi, cari lettori, per quanto siate gentil ed interessati alle nostre sciocchezze, la cosa non suscita emozioni.
A noi si, però, molte davvero.
Scolpiti nel logoro caucciù ci sono tanti e tanti chilometri.
Su queste tele ormai lise si è scritta una storia che mai pensavamo accadesse.
L'abbiamo detto tante volte e ci ripetiamo, siamo viaggiatori di mezza tacca, sconclusionati dilettanti sempre affannati nel raccogliere qualche giorno da dedicare al viaggio.
Eppure oggi, guardando la gomma ti ricordi che l'hai comprata al mercato di Busan, nientemeno che in Corea del Sud.
Pioveva il giorno prima ed avevamo già girato tanti negozi per sentirci dire che no, per le nostre 3 moto, appena arrivate in nave da Vladivostok, non c'erano gomme. Erano pneumatici per moto grandi mentre lì, in Corea, pullulavano le moto ma solo quelle piccole.
Un tipo poi non si arrende, fa mille telefonate ed alla fine ci dice, provate a tornare domani che forse...
Pioveva anche il giorno dopo ed erano già due ore che aspettavamo al negozietto ormai un po' rassegnati. Ed invece arriva un mini corriere cioè un tipo magro magro con uno scooterino stracarico con cui, tutto gocciolante, sta effettuando consegne di almeno un mezzo magazzino.
Con in bocca una sigaretta sbilenca si fa firmare un foglietto dal negoziante e riparte, silenzioso come è arrivato, nel caos straordinario della zona del porto (Busan è uno dei primi scali commerciali al mondo).
A me toccò una Shinko nuova fiammante che quasi nemmeno Santa Lucia mi fece così contento.
Mai vista prima una gomma della Shinko e mai vista pure dopo. Era però della misura giusta ed era quello che interessava al cerchio della Vecchia Bastarda.
Montata la gomma eravamo sicuri di avere il Giappone nelle nostre mani e, invece, è andata di culo (chi vuole legga puntate anno 2019), poi c'è stato il COVID ma, ad ogni modo, ne ha fatta di strada la Shinko.
Certo ha iniziato con lunghe e comode dormite oceaniche in container ma poi si è proprio guadagnata il pane nei balcani, lungo la dorsale anatolica, ha visto l'Ararat dal curdistan ed è poi risalita verso il Mar Nero.
Poi la Georgia, l'Armenia, un saluto all'agonizzante Nagorno Karabakh, il confine iraniano e poi via verso nord, verso il Caucaso e l'Abano Pass.
E poi ancora qualche migliaio di chilometri fino ad oggi.
Carissima Shinko, che belle avventure!
E pazienza per chi non capisce che mi è dispiaciuto lasciarti.
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