sabato 29 luglio 2017


Le prime gocce di pioggia iniziano a picchiare contro la corta tettoia di lamiera sotto cui siamo riparati. Le nuvole di colore nero pece hanno ormai preso tre lati della enorme e bellissima valle, quella di Charkara (una delle più belle che abbiamo mai visto) che abbiamo risalito dal lago sino ai 1500 metri del passo. La piccola frontiera ha, come tutte quelle alpine, un grande fascino con edifici in pietra, qualche baracca in legno scuro e le due bandiere, quelle del Kyrgyzstan e del Kazakistan, che si fronteggiano a poche centinaia di metri. Il doganiere pare uno simpatico ed in effetti svolge il tutto con grande semplicità; un occhio a passaporti e documenti e subito viene apposto il timbro che autorizza il nostro ingressonello sconfinato Kazakistan. Non manca una sua domanda di rito su quale sia la squadra di calcio italiana per cui tifiamo. La nostra risposta lo delude e ci fa comprendere che, come la maggior parte degli italiani, anche i kazaki tifano per la squadra sbagliata.

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