sabato 6 agosto 2016


Un asino contromano in corsia di sorpasso! C'è pure questa tra le mille traversie incontrate tra Atyrau e Bukara (ci siamo arrivati stasera, 6900 km da casa). Per asino non ci si riferisce ad un deficiente che, magari ebbro o peggio, ha sbagliato senso di marcia; si parla proprio di un ciuco che, con regolamentare carretto retro traportato, se ne sta tranquillamente (??!) fermo in corsia di sorpasso, legato con corta cavezza dal previdente padrone uzbeco, alla divisoria tra i due sensi di marcia di una tangenziale. Sulle strade percorse in Asia Centrale devi avere cento occhi perché il pericolo, anche il più strano, è sempre in agguato. La conoscenza del Codice della Strada ci ha certamente aiutati; con Omar e Renato non abbiamo rimpianto le sere di studio della materia che poi, a ben vedere si risolve in due articoli: il primo (l'unica regola alla circolazione è che non ci sono regole) ed il secondo (il più grosso vince). Forti di tali basi abbiamo quindi affrontato senza batter ciglio asini, sorpassi a destra o a tre veicoli, mezzi che pur viaggiando in senso opposto al tuo ritengono preferibile occupare la tua corsia, veicoli che preferiscono viaggiare a luci spente anche di notte etc. Come già ieri si anticipava, abbiamo avuto giorni pesanti. Usciti da Atyrau abbiamo trovato una strada infernale con buche spaventose, cordiale segnale di buon vicinato del governo kazako ai "cugini" uzbechi. A questi ultimi, commossi dal bel gesto, non è parso vero poter così rinsaldare la reciproca inimicizia con una dose quasi tripla di benvenuto, preparati da controllo doganale di almeno tre belle orette. Entrati in Uzbekistan dopo tale lunga attesa, abbiam percorso solo 30 km per trovare poi una nuova sbarra. Questa volta era la regione autonoma del Karakalpakstan che voleva vedere se l'odiato governo centrale aveva svolto bene i controlli. Chi va in moto sa bene come è tribolata la procedura di spegni la moto, mettila bene sul cavalletto - con i bagagli che abbiamo poi -, togliti i guanti - c...sono appiccicati come piovre alle mani sudate -, togliti il casco, il giubbino, prendi i documenti etc. Chi conosce queste cose può quindi capire perché i tre attoniti karakalpakstani ci hanno detto di avere imparato parolacce che non conoscevano.