giovedì 22 settembre 2022

L'orso.

Per sua natura è animale solitario, schivo anche nei rapporti con i propri simili. L'andatura un po' goffa, la golosità, una rozza semplicità ed una certa pinguedine lo rendono naturalmente simpatico ai più. Non è un caso che l'orso sia il bonaccione brontolone dei cartoni animati od il morbido, grandissimo, peluche da coccolare.
La Russia è da sempre raffigurata simbolicamente come un orso: la sua tradizione millenaria, i grandissimi scrittori, i magnifici, sterminati, paesaggi. Come non essere istintivamente attratti dalla Russia?
Eppure, come l'orso, anche la Russia è incapace di intessere relazioni e, per quanto solitamente non aggressiva, attacca a testa bassa per il solo fatto di sentirsi circondata, in qualche modo attaccata.
Ed è successo così anche per l'Ucraina, con il risultato che tutti ora guardano severamente  e con timore il bestione che ha attaccato e che si è pure impantanato. 
Nelle nazioni che qui confinano con la Russia il sentimento è ancora più diffuso che da noi. 
Avete visto le foto con le scritte sui muri, le bandiere ucraine appese in ogni dove; magari non vi è nemmeno sfuggita la bottiglia Marani con la scritta "Russia is an occupant". Ma c'era anche di più, che non potevamo sempre fotografare le persone con una spilla ucraina sul petto o l'adesivo giallo blu appiccicato sul retro dell'auto. Proprio su quelle stesse strade e davanti ai cofani delle vetture dei turisti sovietici che, e qui sono tantissimi, percorrono in queste settimane alla ricerca di una normalità vacanzieria, impossibile da realizzare in questo 2022 di morte e  distruzione. 


Nessun commento:

Posta un commento