giovedì 15 settembre 2022

Mondi diversi e paralleli

La città di Malatya, in Turchia centrale, si mostra moderna ed ordinata  al nostro passaggio   pomeridiano. Strade asfaltate di fresco, aiuole rigogliose e ben tenute, giardini vasti e verdissimi, viadotti e svincoli immacolati. La periferia non  è poi lo scenario di degrado che spesso si vede in buona parte del mondo ma risplende con un monumentale e nuovissimo edificio pubblico e, soprattutto, con il polo universitario, posto in un grande parco verde, pullulante di sedi di studio ma pure di palestre, mense e campi da gioco. Poi, all'improvviso, a poco più di un chilometro da questa sfavillante università, sulla levigata tangenziale a 4 corsie, un cartello indicante "Dagi Nemrut" ti invita ad imboccare la prima laterale sulla destra.
Svolti e, percorsi non più di 30 Mt, ti pare di essere entrato in una macchina del tempo.
Una vecchina trascina dietro di sé una grande fascina di frasche, poco più avanti un uomo avanza cavalcando un asinello che è carico di un bilanciere in metallo, contenente, da ambo le parti, piccoli tronchi di legna. Nei campi a fianco, varie persone accovacciate lavorano a mani tra i germogli  di patate. La strada è in realtà uno stradello, mezzo sconnesso e mezzo sterrato che, pian piano, si inerpica sui monti Tauri. Qui inizia il nostro viaggio verso la Mesopotamia. Qui, ancora una volta, la Turchia ci mostra il volto bicefalo di una nazione quasi aggressiva nel suo slancio di modernità ma altrettante tenace nel mantenere una dimensione agreste, quasi del secolo scorso. 

Nessun commento:

Posta un commento