giovedì 3 agosto 2017

Con i suoi monti ricoperti da ghiacciai, i laghi salati scintillanti e l'indomabile cultura dei nomadi, tra falconeria e furti di bestiame, la Mongolia Occidentale è, per molti versi, una parte dell'Asia Centrale dove il tempo sembra essersi fermato...Montuosa, arida e selvaggia...si ha la netta sensazione di essere arrivati alla fine della strada, se non, addirittura, alla fine del mondo! Queste non sono parole nostre ma è la trascrizione di un passo della fida guida Lonely Planet. Tutta nostra, invece, l'incoscienza di esserci andati. Quelli erano luoghi dove, in sostanza, non vanno nemmeno i mongoli: bene, ci siamo detti, allora è perfetto per noi! C'è in molti motoviaggiatori un certo snobismo legato ai chilometri percorsi, ai luoghi visitati solo da pochi deficienti; noi tre ne siamo sicuramente affetti, specie se si parla della seconda forma di turbe psichica. La storia che seguirà è quindi coerente conseguenza della scelta iniziale ma nonostante tutto siamo riusciti a cavarcela. Di buon mattino Bata con la sua moto cinese di 150 c.c. ci accompagna lungo le piste che portano alle montagne ed ai grandi laghi: trattenuta una certa ansia (ma dopo, senza di lui, come caspita ci si raccapezza in questa ragnatela di piste..) non potevamo però non rimanere incantati e felici delle meraviglie davanti ai nostri occhi. A parte le alte cime degli Altai che la cingono ad ovest la Mongolia Occidentale è caratterizzata da rilievi poco pronunciati ma ovunque presenti. Sono rilievi quasi sempre privi di piante, corrugati e coperti di erba poco alta, a seconda delle stagioni o dell'acqua, verde o brunastra. Da lontano, la sensazione è che siano coperti da... muschio e che tu stia facendo saliscendi su panettoni muschiati. Chi ha bevuto roba forte, giura di intravedere in questi rilievi le grasse schiene di quei cani giapponesi di pelo corto e bruno e dalle mille pieghe. In questo scenario aggiungete, quanto basta, manciate di bianche yurte qua e la, mandrie di cavalli, mucche, yak, pecore e capre, nonché bottiglie vuote di vodka gettate a destra ed a manca. Alle 11 circa Bata ci abbraccia e ci lascia da soli, pronti per il nostro destino.

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