lunedì 7 agosto 2017

E tu, bel cagnone nero che giaci sulla mezzeria, dove stavi andando prima dell'impatto mortale? Perché non avevi greggi da accudire? Lontano da quella nuova strada asfaltata dove le auto sfrecciavano a velocità a te sconosciute. Gli ultimi 130 km che ci hanno separato da Ulan Bator sono stati emblematici delle due diverse parti di una stessa nazione, dei rischi che questa forse ha di perdere se stessa. Partite da alcuni dati oggettivi: la Mongolia è 5 (cinque!) volte l'Italia ed ha 3 milioni di abitanti. Tre milioni! E' il paese al mondo con la più bassa densità di popolazione per chilometro quadrato. Negli ultimi anni ha poi registrato un forte inurbamento ed ora Ulan Bator ha quasi 2 milioni di abitanti. Questo vuol dire che fuori dalla capitale, rischi di trovare meno gente che sulla luna o quantomeno nello spazio (a proposito auguri al nostro Nespoli). Abbiamo fatto 130 chilometri in una pianura bella, verde e sconfinata (sulla destra montagne a non meno di 50 chilometri e sulla sinistra l'occhio non coglieva l'orizzonte). E non abbiamo visto una gher! Mancando queste mancavano, ovviamente, le famiglie di allevatori. Mancavano quindi pure le greggi. Troppo dura e troppo semplice, probabilmente, la vita degli allevatori. Troppo intriganti le lusinghe della metropoli. Non è improbabile che i figli di Tokmuk, od i loro figli, non vogliano più vivere come lui. E allora chi metterà tutti quei bei puntini bianchi sul verde dei pascoli? E le pecorelle del presepe che noi occidentali vogliamo andare a vedere? Se al posto dell'asfalto ci fossero state le piste, tu bel cagnone nero ti saresti salvato e con te gli altri due che abbiamo visto poi. E domani?

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