mercoledì 9 agosto 2017


MdM 3. Lo salutiamo da lontano e lui, dopo un po', ci ricambia con un gesto lento della mano. Bene, allora decidiamo di avvicinarci a lui. Non è che fossimo in vena di allargare le nostre relazioni sociali, tanto più che il luogo era veramente da zona di frontiera: una baracca ed un capannone calcinati dal sole, tra i quali il vento faceva rotolare cespugli di erba secca. Ficcati nel nulla delle colline e della steppa sabbiosa che si stendevano tra i vari laghi salati che lambivamo sin dalla mattina, lungo il nostro tragitto verso Ulaangom. E' che eravamo scarsi di benza! Il sole era alto all'orizzonte ed i motori erano in funzione dall'alba: velocità media bassissima ma, nel caso ne avesse avuto, meglio aggiungere del carburante. Un informe e lurido pantalone di flanella grigia, quasi un pigiama, è l'unica cosa che indossa. E' gracile e piccolo, poco più di un metro e mezzo, il corpo è colore cioccolato ed è senza peli e rughe, la pelle pare morbida come quella di un bimbo. Il viso è invece incredibilmente ispido, attraversato da mille solchi profondi: una faccia da vecchio appoggiata ad un corpo da fanciullo. Sembra un aborigeno; la figura e la voce ricordano anche Smigol, quello del Signore degli Anelli. Dopo le strette di mano ed i convenevoli, qui sempre importanti, veniamo al dunque e gli chiediamo se ha benzina da venderci. Amurbek, così si chiama, si accovaccia e con un dito scrive nella sabbia il numero due. Non c'è da scialare ma ci mostriamo soddisfatti, anche perché, sempre scritto su sabbia (non apprezza scambiare info sulla tastiera del cellulare) appare un prezzo di poco superiore a quello trovato fino a quel momento. Annuiamo e poco dopo compare con una bottiglia in plastica colma del prezioso liquido e, novità, una sigaretta fatta a mano ed in modo grossolano, quasi una trombetta, di tabacco scurissimo. Accesa. Non osiamo dirgli che le buone norme...e travasiamo con lui e la sigaretta che quasi si ficcano nel serbatoio. Pare soddisfatto e scompare tornando con una latta da 5 litri. Compriamo pure quelli mentre lui si esprime sempre in modo lieve od a gesti. Lo sguardo è allucinato, gli occhi come quelli di Jack Nicholson in Shining. Lo lasciamo chiedendoci che vita faccia quella creatura; pensiamo a come l'inverno possa aumentare la sua già spaventosa solitudine. Ce ne andiamo inquietati. Con lui avremo ancora a che fare.

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