lunedì 14 agosto 2017


MdM 7. Torniamo a parlare di Amurbek. Ringraziatolo per la benzina vendutaci, lasciamo le sue baracche e ritorniamo sulla pista dove, fatta una decina di chilometri, ci fermiamo a mangiare quel poco che avevamo con noi. Il carburante aggiunto ci ha resi più tranquilli e si può mettere qualcosa sotto i denti, facendo due chiacchere. Intorno a noi il panorama è molto bello, con le verdi colline che lambiscono i laghi lontani e degradano nella brughiera stepposa dove ci troviamo. In lontananza vediamo ancora l'abitazione di Amurbek e la desolata solitudine in cui è immerso. Ad un certo momento Omar si accorge di non aver più la macchina fotografica. Tutti pensiamo e speriamo l'abbia posata da qualche parte poco prima, mentre si faceva rifornimento: Omar decide quindi di tornare sui suoi passi mentre noi lo attendiamo sul posto. Ritornando non può sbagliarci, le piste sono tante ma c'è pianura e le baracche dove è diretto sono, come noi che lo attendiamo, perfettamente visibili. Poco dopo anche Renato, che ha un impegno strettamente personale, si allontana di qualche centinaio di metri. Rimango solo nella steppa desolata, anzi mi tiene compagnia il vento che scuote i cespugli e solleva nubi di sabbia...

Nessun commento:

Posta un commento